Viviamo in una società con un’aspettativa di vita sempre più lunga. Questo ha portato ad un forte invecchiamento della popolazione e con lei un’altissima percentuale di patologie croniche.
Uno degli aspetti più presenti è il graduale calo delle attività quotidiane e dell’autonomia residua che porta sempre più persone a muoversi poco fino ad arrivare ad un allettamento completo. Questo purtroppo ha fatto aumentare negli ultimi anni un grave problema che incide fortemente sul benessere della persona e della sua famiglia: le ulcere da decubito.
Le ulcere da decubito, o meglio le lesioni da pressione (Ldp), sono delle alterazioni della cute che si formano prevalentemente su persone allettate o che si muovono poco. Si chiamano “da pressione” proprio perché sono causate principalmente dalla prolungata permanenza della persona su superfici (letto, carrozzina, poltrona…) troppo dure o non adeguate. La pressione va così a “schiacciare” i tessuti tra la superficie e le ossa sottostanti facendo mancare l’apporto di sangue e quindi di ossigeno e nutrienti. Dapprima si può assistere ad un arrossamento ben localizzato (lesione di I stadio), successivamente la cute può rompersi passando dalla lesione meno profonda (II stadio) a quella che può raggiungere anche muscoli e ossa (IV stadio).
Le zone più a rischio sono l’osso sacro, il bacino, i talloni e le caviglie: in generale tutte quelle zone che sono su una prominenza ossea. Una volta che la lesione è comparsa potrebbe essere necessario molto tempo prima che la cute torni integra, spesso settimane o mesi.
Potrebbero insorgere complicazioni come le infezioni che rallenterebbero ulteriormente il processo di riparazione. E’ quindi necessario evitare tutto ciò e prevenirle il più possibile. Come? Mettendo in pratica una serie di accorgimenti, sia nei presidi utilizzati, sia sulle posizioni assunte e nelle abitudini quotidiane. In linea generale un’igiene accurata, una movimentazione corretta e un’alimentazione equilibrata sono alla base della prevenzione, anche perché il rischio aumenta se si ha la pelle umida e irritata a causa del contatto di urina, feci o sudore, se si fa fatica a mangiare e a bere, se si ha una ridotta sensibilità al dolore, se si ha la febbre o il diabete. Occorre quindi controllare se nei punti a rischio la pelle risulti arrossata, mantenerla asciutta tamponando e non sfregando, non far restare nella stessa posizione per lungo tempo cambiando postura alla persona allettata ogni 2 ore, assumere una dieta equilibrata e una buona idratazione.
In caso di allettamento sono fondamentali i presidi antidecubito (materassi, cuscini) che aiutano a diminuire la pressione diretta sulla cute. E se nonostante tutto dovesse comparire una lesione? In questo caso è bene affidarsi a personale qualificato e valutare la situazione a 360 gradi facendo una valutazione globale e multidisciplinare del problema: una lesione insorge per una o più cause, se queste non vengono rimosse difficilmente si può arrivare alla guarigione. La medicazione, se pur fatta a regola d’arte, da sola non basta. Prevenire è dunque la parola d’ordine!
Il 21 novembre 2019 è la giornata mondiale per dire STOP alle lesioni da pressione! In tutto il mondo la sanità sensibilizza la popolazione sul conoscere il problema, sull’evitarlo e sul riconoscerlo il prima possibile!
Matteo Papotti
Infermiere Wound Care Specialist
Poliambulatorio Sanitario Noi con Te