Prevenzione cardiovascolare: cosa chiedere al chirurgo vascolare?

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Nel nostro paese le malattie cardiovascolari rappresentano le patologie più diffuse colpendo circa 5,5 milioni di persone, e sono la prima causa di ricovero ospedaliero, con circa 1 milione di casi , per infarto, ictus o altre forme di ischemia e rappresentano ancora, nettamente, la principale causa di morte, col 36% dei decessi totali. L’aumento di questa classe di patologie è dovuto, da un lato, a un aumento dell’incidenza dei fattori di rischio quali ipertensione, colesterolemia e abitudine al fumo, dall’altro ad un aumento del diabete mellito nella popolazione generale. Considerando poi il periodo che stiamo vivendo, della pandemia da Covid 19, si è vista una riduzione degli accessi in ospedale da parte di pazienti con patologie cardiovascolari , sia per controlli periodici sia in caso di eventi acuti. Bastano due numeri, provenienti da uno studio della Società italiana di cardiologia, per comprendere l’entità del fenomeno: si è verificata una riduzione di circa il 50% delle ospedalizzazioni per sindromi coronariche acute. Nel caso dell’infarto il calo ha raggiunto il 26,5%, contribuendo a un aumento significativo della mortalità, che è arrivata al 14%, triplicandosi rispetto al 2019. 

Sono numeri da emergenza nazionale. Si è verificata inoltre una diminuzione dell’aderenza alle terapie contro i principali fattori di rischio cardiovascolari come il colesterolo e anche i pazienti cronici hanno effettuato meno controlli di follow-up rispetto agli anni precedenti 

Ci sono dunque molte e ottime ragioni per fare la mossa giusta in materia di prevenzione. 

Cuore e vasi sono gli organi più colpiti dalla patologia aterosclerotica: in questo contesto proviamo a fare un quadro generale che dia un’idea dell’incidenza della patologia, dei distretti coinvolti e dei principi di una prevenzione che vede nel chirurgo vascolare una figura di riferimento per screening e controlli. 

Innanzitutto è utile sensibilizzare i pazienti alla prevenzione primaria, in particolare informare che, dopo i 65 anni,  aumenta il rischio cardiovascolare, soprattutto nei fumatori, nelle persone sovrappeso, con sindrome metabolica e diabetici.

Anche le donne sono interessate, poichè, dopo la menopausa, diminuisce la protezione sul metabolismo da parte degli ormoni e peggiora la patologia aterosclerotica. 

Ridurre i fattori di rischio attraverso il mantenimento nel tempo di stili di vita corretti e adeguate terapie è fondamentale sia per i pazienti che hanno già subito un evento che per quelli che sono a rischio di svilupparlo.

Per quanto riguarda la prevenzione primaria, il ruolo del chirurgo vascolare consiste nell’effettuare un primo approccio diagnostico dei vari distretti arteriosi.

A seconda del distretto valutato clinicamente e con l’Ecodoppler potrà diagnosticare precocemente una stenosi delle carotidi, dovuta alla presenza di placche aterosclerotiche , che aumenta il rischio di ictus, un aneurisma dell’aorta addominale, che porta a un aumentato rischio di rottura del vaso e rischio di morte, l’aterosclerosi delle arterie femorali e dei vasi degli arti inferiori che comporta difficoltà nel camminare, fino ad arrivare a dolore e riposo o ulcere soprattutto nei pazienti con il diabete.

La prevenzione secondaria riguarda invece coloro che hanno già subìto un evento cardiovascolare , ad esempi un infarto. Infatti le patologie vascolari sono per lo più multidistrettuali , pertanto un paziente che ha recentemente avuto un infarto deve essere sollecitato ad avere una soglia di attenzione maggiore verso il proprio stile di vita, deve effettuare regolarmente i controlli cardiologici e vascolari e assumere regolarmente i farmaci.

 Oltre ai pazienti cardiopatici categorie a rischio sono i pazienti diabetici o con insufficienza renale cronica o pazienti dializzati, che dovrebbero essere indirizzati ad eseguire controlli diagnostici vascolari periodici perché a maggior rischio di sviluppare quadri vascolari più gravi: una diagnosi precoce può portare a un trattamento più efficace. 

 I pazienti vanno informati sul corretto utilizzo dei farmaci prescritti, in modo che aumenti la loro adesione alle terapie, e sensibilizzati sulla importanza della esecuzione degli esami di laboratorio (colesterolo,  glicemia e creatinina ) e strumentali come l’ Ecodoppler dei vasi del collo, all’aorta addominale e agli arti inferiori.

 E poiché l’emergenza Covid sta ostacolando quest’attività all’interno delle strutture, diventa allora importante non solo seguire a distanza i soggetti in terapia con il teleconsulto, ma anche attivare quanti più canali alternativi per continuare a sensibilizzarli. 

Dr.ssa Giulia Bassoli
Chirurgia Vascolare
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