I più recenti dati Eurostat raccontano che l’Italia è il paese con il più alto tasso di over 65 rispetto alla popolazione. Il 35% degli italiani nel 2017 aveva più di 65 anni, cinque punti percentuali in più rispetto alla media europea. Complessivamente in 20 anni la percentuale di europei anziani è passata dal 22.5% al 30% della popolazione. La notizia è positiva, perché significa che gli italiani hanno un’aspettativa di vita alta, dato confermato in più occasioni. Tuttavia non possiamo ignorare il fatto che si tratta di un esercito di persone, molte delle quali fanno fatica a prendersi cura di sé e ad eseguire le attività quotidiane di base.
Il fatto di vivere più a lungo ha esteso, logicamente, il periodo in cui l’anziano si trova esposto ai “guai” della propria vita .
Bisogna porre al centro dell’attenzione la prevenzione a 360 gradi , mirata soprattutto a ridurre gli infortuni e le malattie cardiovascolari. Occorre ridurre il divario tra ambiente “ostile” e le diverse abilità che si manifestano con l’età. La semplificazione dell’abitazione es. togliendo suppellettili inutili o che possono provocare cadute (tappeti, pedane ecc…) associata ad una ottimizzazione delle risorse a disposizione della persona anziana es utilizzo di deambulatori o seggette, impianto di montascale, installazione di pedane per superare barriere architettoniche, ecc , devono entrare a far parte di una nuova logica di pensiero e conseguentemente di vita , al fine di poter abbassare il rischio che accadano eventi potenzialmente molto gravi. Le conseguenze di una frattura che può portare ad un allettamento o ad un infarto cardiaco , può compromettere per sempre la capacità dell’organismo di sopportare condizioni di maggior fatica sia fisica che psichica.
Per quanto riguarda l’invecchiamento fisiologico, processo universale e inevitabile, controllato solo in parte da fattori genetici, è noto che alimentazione e attività fisica sono in grado di modularlo, agendo sull’equilibrio ossidazione/antiossidazione e infiammazione/anti-infiammazione. In tal modo è possibile ridurre la mortalità ed anche la disabilità, aumentando così la durata della vita anche di 2 anni rispetto a quella delle persone sedentarie o che hanno uno stile alimentare scorretto. Purtroppo le eccellenze alimentari della nostra zona portano ad un utilizzo spesso esagerato di alcuni cibi (es. salumi), d’altra parte non ci si può privare di forme alimentari che danno anche una soddisfazione psicologica , occorre pero’ farne un uso limitato ,riducendone le quantità ,senza perdere il gusto delle tradizioni.
E’ importante tornare a praticare, o imparare ex novo, attività motorie es. bicicletta, nuoto , ballo, camminata, o svolgere esercizi di mobilizzazione articolare e di stretching, imparando anche a sollevare e spostare oggetti in modo corretto. Chi possiede delle limitazioni agli arti inferiori può ugualmente imparare esercizi da eseguire seduti o sdraiati
E’ dimostrato che, nei soggetti affetti da demenza, la ginnastica “dolce”, attraverso sollecitazioni sensoriali e stimoli alla comprensione dell’ambiente , e’ utile ad incrementare, o perlomeno mantenere, le abilità residue , favorendo anche gli aspetti di relazione sociale. Seppur limitati nel ragionamento e nel dialogo, gli anziani che svolgono attività di gruppo riescono ad avere migliori rapporti tra loro e sono più propensi a sviluppare maggiori difese verso gli stati di malinconia o depressione
E’ fondamentale, inoltre, l’uso di strategie cognitive per contrastare il deficit della memoria; si può affermare infatti che i segni dell’invecchiamento cerebrale possono essere suscettibili di prevenzione, puntando con forza alla correzione degli stili di vita sbagliati attraverso strategie attuali (come il training cognitivo, psicomotorio e sociale). Tale strategie sono efficaci almeno nel ritardare la comparsa dei disturbi associati all’età : demenza, aterosclerosi, osteoporosi, neoplasie, debolezza muscolare: in sintesi, la disabilità.
Gli
strumenti positivi nel miglioramento della qualità di vita nell’anziano possono
essere molteplici, ed occorre non sottovalutare anche il “ristoro musicale”, la
classica passeggiata e
le interazioni sociali volte al mantenimento/recupero
delle funzioni cerebrali.
Bisogna rispettare la corretta alternanza tra impegno, divertimento e riposo. Molto importante è mantenere una buona fase del sonno in quanto, oltre ad un vero e proprio riposo muscolare si è scoperto che anche il cervello necessita di un periodo di ristoro e durante il sonno si pensa sia in grado di smaltire le sostanze potenzialmente tossiche che ne vanno a compromettere il funzionamento .
Da tutte queste considerazioni nasce la necessità di valutare la persona anziana a 360 gradi e sviluppare un approccio multidimensionale quando vengono denunciati problemi di salute sia fisici che mentali
La valutazione globale dell’anziano, che dovrebbe essere affidata ad un team specialistico coordinato dal Geriatra , specialista delle patologie legate all’invecchiamento, deve porre in essere delle strategie efficaci, basate su interventi multidirezionali e non solo sull’utilizzo dei farmaci, in modo tale da poter fornire una corretta risposta alle difficoltà funzionali, motorie e psicoaffettive .
Dr Roberto Chiesa
Specialista in Geriatria e psicogeriatria
Poliambulatorio Noi con te-Finale Emilia