LE ALLERGIE PRIMAVERILI

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E a volte …. ritornano!

Ecco di nuovo la primavera, il primo tepore, le prime giornate di sole e, spesso, di vento.

Vediamo degli strani piumini girare nell’aria, sembrano piccoli folletti leggeri, toccano terra e si rialzano, arrivano vicino al nostro naso e… giù a starnutire, il naso cola acqua, il prurito è fastidioso. Spesso si arrossano gli occhi, la luce dà fastidio, servono gli occhiali scuri.

E’ dunque arrivata l’allergia ai pollini, quella che un tempo si chiamava “febbre da fieno”, in onore del primo scienziato che correlò sintomi e piante, l’inglese John Bostock nel 1819, giusto 200 anni fa. Che poi, in realtà, la febbre non c’entrava proprio nulla ma era tale il malessere, il senso di calore, l’irritazione nei lavoratori che raccoglievano paglia e fieno notati da quel medico, che sembrava proprio che scottassero.

Oggi si sa che l’allergia è una reazione  dell’organismo al contatto con i pollini: gli individui predisposti sviluppano anticorpi, le Immunoglobuline E,  che nascono nel midollo osseo, passano nel sangue e poi nei tessuti e in particolare sulle mucose delle vie respiratorie, dove si legano a cellule ripiene di istamina. Il polline si lega a questi anticorpi, fa rompere queste cellule ed iniziano i sintomi tipici dell’allergia: il prurito, gli  starnuti e, nei casi più gravi, le crisi respiratorie dell’asma bronchiale.

Pochi sanno che i pollini sono nell’aria quasi tutto l’anno, e che cominciano a formarsi già con le basse temperature invernali. Nella pianura Padana, il polline del cipresso è spesso presente anche in gennaio, in concentrazioni significative.

C’è un bel sito internet dell’ARPA  Emilia Romagna, dove si possono trovare, Provincia per Provincia, le concentrazioni dei pollini presenti nell’aria e anche le previsioni polliniche, collegate ovviamente a quelle climatiche; i pazienti cosi’ possono vedere quando non è il momento di uscire all’aperto, evitando  il rischio di fare una bella indigestione di polline.

Dopo le cupressacee (anche tuia e ginepro, piante che si usano per fare le siepi, lo sono), iniziano a fiorire le latifoglie, specie la betulla e il nocciolo. La allergia a betulla ha una storia recente, si tratta di un albero che si trovava prevalentemente in nord-Europa, poi negli anni 80, per via di una malattia che sterminava i pioppi,  si cominciarono a piantare betulle e ontani come alberi frangivento, ai lati delle strade, con graduale aumento delle sensibilizzazioni. Il nocciolo e il carpino sono invece piante tipiche del nostro territorio, spesso troviamo dei piccoli boschi di questi alberi vicino a fiumi e torrenti.

Finita l’impollinazione degli alberi, cominciano i guai grossi, arrivano le Graminacee, erbe infestanti delle quali si conoscono più di 100 specie allergizzanti, sono le piante per le quali ci  sono più allergici, quasi un ragazzo su tre sotto i 14 anni è sensibile al loro polline. In genere il picco dei sintomi arriva in aprile e maggio, e in questa parte della primavera c’è una bella fila, nelle farmacie, per acquistare antiistaminici e diversi prodotti per uso locale, spray nasali e colliri, talvolta anche con componente cortisonica.

L’allergia prosegue poi con i pollini delle erbe estive, le Composite, come l’artemisia e la parietaria, una pianta delle urticacee che da noi è presente da maggio a settembre, ma nel sud dell’Italia dà problemi quasi tutto l’anno.

Prima di iniziare una terapia contro i sintomi della allergia è  opportuno rivolgersi allo specialista per  cercare una diagnosi precisa attraverso le prove allergiche. Nei casi  con sola rino-congiuntivite i sintomi sono spesso controllabili con i farmaci e passano appena arriva l’estate, va però ricordato che, insieme ai sintomi classici, specie nei bambini in età scolare, possono essere presenti mal di testa, episodi di otite, segni di irrequietezza e scarso rendimento scolastico.

Quando l’allergia è complicata dall’Asma, bisogna fare molta attenzione e cercare di avere sempre con sé un farmaco broncodilatatore, in spray o per aerosol, che si possa usare nell’emergenza, per poi rivolgersi allo specialista per eseguire una prova del respiro ( spirometria) ed avere una terapia adeguata alla gravità dei sintomi.

Forse non tutti sanno che le allergie respiratorie ai pollini sono spesso legate ad episodi di allergia alimentare, con sintomi spesso banali (prurito in bocca per contatto con un alimento vegetale), talora più seri, con gonfiore di labbra e palpebre ed manifestazioni cutanee,  tipo orticaria, diffuse anche a tutto il corpo.

Ogni polline  ha i suoi alimenti correlati  ,per esempio a chi e ‘allergico alle graminacee da fastidio mangiare il kiwi, il melone  e la pesca, la betulla si incrocia con sedano e mela, il nocciolo con  la frutta secca.

L’allergia ha il suo farmaco preventivo, si tratta del vaccino specifico. Serve per prevenire l’asma, per evitare il graduale peggioramento dei sintomi anno dopo anno e l insorgere di nuove sensibilizzazioni.

Si tratta, come per tutti i vaccini, di somministrare la sostanza che dà fastidio (le proteine del polline) e far sì che la somministrazione graduale faccia produrre anticorpi di difesa e attenuare il quadro clinico.

Ovviamente l’invito è di rivolgersi a professionisti competenti, con l’allergia non si  scherza e soprattutto si devono evitare ricerche di terapie alternative o di test clinici non accettati dalla comunità scientifica. Il concetto che omeopatia e fitoterapia se non fanno bene, almeno non fanno male ,è scorretto e sbagliato. L’assunzione di echinacee, per esempio, ha provocato in molte nazioni eventi allergici importanti che sono riportati sulle più prestigiose riviste di settore.

Per concludere, vorrei segnalarvi che spesso si sente dire: “ sono allergico a tutto! “ In realtà questa affermazione è del tutto falsa, allergie vere sono note, oltre che per i pollini, solo per gli acari della polvere domestica,  alcuni epiteli (cane e gatto specialmente), per le muffe, gli alimenti e le punture di api e vespe. Per quanto riguarda i farmaci sono pochissimi quelli in grado di dare una vera allergia con produzione di IgE specifiche e la loro gestione deve essere lasciata a super specialisti.

Quindi, l’allergia non è una malattia banale, non colpisce un singolo organo ma dà sintomi a carico di tutto l’organismo, va diagnosticata bene e trattata al meglio, cercando di individualizzare al massimo le cure e le proposte di prevenzione e i suggerimenti da fornire ai pazienti (le mamme chiedono: mio figlio è allergico, quale sport può fare, dove lo devo portare in vacanza, come posso prevenire i suoi sintomi?).

Ormai si tratta di una vera e propria epidemia, gli allergici sono in crescita in tutto il mondo occidentale, pensate che chi emigra da noi da paesi lontani, in pochi anni si allergizza a contatto con i nostri pollini; serve educazione sanitaria, buone conoscenze scientifiche e qualche capacità di indagine poliziesca: quel bimbo starnutisce tutte le volte che va al parco, sarà allergico ai pollini?

Dr. Michele Giovannini
Specialista in Pneumologia, Allergologia e Oncologia
Gia’ Direttore della Pneumologia dell’Ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola
Collabora col Poliambulatorio Noi con Te di Finale Emilia